Nel 2003 l’imprenditore cinese Song acquista la Palmese. Promette uno stadio da 10mila posti, la B in 4 anni, un nuovo centro commerciale, una tournée estiva in Oriente. Gli investimenti, però, non si vedono e a fine stagione la squadra fallisce
A giugno c’è già un caldo afoso a Palma Campania. È tempo di bilanci: i tifosi guardano alla nuova stagione con qualche speranza in più e un filo di tristezza, pacato, che spalanca un’estate senza pallone. «Allora presidente, il campionato è appena finito e attorno al club si sta facendo un gran parlare di possibili risvolti societari. È spuntato l’interessamento di Dario Pasquariello, che dal Savoia potrebbe arrivare qui; poi è venuto allo scoperto il nome di Gaetano Battiloro, attuale patron del Mestre; infine è germogliato un percorso armeno, con un imprenditore russo disposto a investire nel calcio. Insomma, a che punto siamo?».
La domanda è lecita. Il campionato di calcio è quello della categoria C2, l’anno è il 2003 e il presidente della Palmese Calcio, Antonio Simonetti, tira le somme in un’intervista fiume su Le Cronache di Napoli. La situazione non è proprio felice, in vista del futuro. «Che fine farà la squadra di quest’anno? E quando ci potranno essere spiragli significativi nella questione societaria?» domanda al presidente il giornalista Francesco Iervolino. «Se non si muove qualcosa è preventivabile che parecchi elementi non saranno riconfermati o verranno ceduti. Se non si sblocca niente attorno alla società non c’è altra via d’uscita. Vediamo che succede da qui alla fine di giugno».
Palma Campania è un comune di 18mila abitanti nell’hinterland napoletano. La sua squadra di calcio è stata fondata nel 1914. Tra gioie (poche) e dolori (qualcuno) ha militato galleggiando tra serie minori: Interregionale, Eccellenza, C2. Fino all’estate del 2003, quando accade più o meno di tutto.
È il 6 luglio quando il presidente Antonio Simonetti consegna le sue dimissioni. La società è senza guida. Anzi. Da un lato si fa avanti Domenico Falco, cittadino palmese tifosissimo dei rossoneri; dall’altro spunta una cordata locale costituita da più di 40 imprenditori, capitanata dal primo cittadino, Carmine De Luca. Per svolgere tutte le operazioni del caso viene nominato un commissario straordinario, nella persona irreprensibile del dottor Luigi Nunziata, membro storico della dirigenza. Nunziata ha il compito di iscrivere la Palmese al campionato 2003-04 e di allestire, per quanto possibile, una rosa competitiva.
È il 22 luglio quando Nunziata avverte: “È impensabile che si possa andare avanti così. Gli imprenditori locali devono sostenerci. Finché sarà possibile affidarsi agli amici della cordata locale, i soliti noti, andremo avanti. Ma in seguito serve il supporto dell’intero paese”. Il supporto tanto agognato, alla fine, arriva. È il 15 agosto quando Zichai Song, classe 1964, figlio di un contadino della Manciuria, si inserisce nella trattativa. Anzi, la porta a termine. In un mese acquista la maggioranza della società e ne diventa presidente: la Palmese Calcio è la prima squadra italiana ad essere acquistata da una proprietà cinese.
Song parla un buon italiano, veste elegante, non nasconde ammirazione per il talento affaristico di Silvio Berlusconi; quando arriva in Italia, nel 1996, è un signor nessuno. Sino al momento in cui diventa il capo cordata del progetto Cinamercato, un marchio all’ingrosso con distribuzione alle porte di Napoli. Ora, però, vuole diventare l’ambasciatore ufficiale del calcio made in Italy.
«Siamo la prima società cinese al mondo che ha effettuato un’operazione del genere nel calcio mondiale – si racconta in un’intervista a Francesco Iervolino – Il calcio è sempre stato un mio pallino personale: prima tifavo Inter, poi Roma, ora Palmese». Promette uno stadio tutto nuovo da 10mila posti, la B in 4 anni, un nuovo centro commerciale, una tournée estiva in Oriente sfidando le squadre più importanti di serie A. E una serata esclusiva al San Paolo di Napoli con Diego Maradona come testimonial. Il sogno, per tanti palmesi, è appena cominciato.
L’era Song in effetti inizia con una serie di sconfitte. C’è da assemblare la squadra e fare la preparazione, e allora in campo, per la Coppa Italia di serie C, ci vanno i giovani della Berretti: 4-1 con la Fidelis Andria, 6-0 col Foggia, 7-0 contro il Benevento. È il 31 agosto quando inizia il campionato di serie C2: ora tocca ai big. In 15 giorni è stato consegnato un gruppo di tutto rispetto al nuovo tecnico Roberto Chiancone: qualcuno lo definisce “il più forte del campionato”.
In due settimane sono sbarcati a Palma 17 nuovi giocatori, frutto di una spesa che si aggira sul milione di euro. In avanti c’è soprattutto Ciro De Cesare, 32 anni, giunto dalla serie A, e con lui Sergi, Sapanis, Gulino e Coquin; al centro Pizzulli, Pisciotta e Marra; dietro D’Angelo, De Sanzo e Pagano, oltre al portiere Di Muro. Quasi tutti nuovi: chi è rimasto dall’anno scorso, ora, va in panchina. E Song, dicono, stia trattando anche l’acquisto di Alen Boksic, dalla Lazio.
I rossoneri sono pronti a scendere in campo per l’esordio casalingo. Un’emittente televisiva locale ha acquistato i diritti per trasmettere tutte le partite in differita. Il match col Frosinone (tra le pretendenti al titolo) segna una vittoria per 1-0: gol del nuovo acquisto Coquin e Song spumeggiante in tribuna affiancato dal nuovo manager Valerio Antonini e dal primo cittadino Carmine De Luca. I tifosi che affollano le gradinate sono finalmente felici. “Quando si vince così la soddisfazione è grande. La gente si è chiesta fino ad oggi come sarà la Palmese? Bene, hanno cominciato a vedere in campo i frutti del nostro lavoro”, spiega ai microfoni il mecenate cinese.
E la stagione prosegue alla grande. Quello che ha tra le mani mister Chiancone è un vero e proprio squadrone. 2-0 contro l’Isernia alla seconda giornata, 2-0 alla Cavese in trasferta, 4-0 rifilato alla Fidelis Andria. 2-1 contro l’Igea Virtus, 3-0 contro il Gela, 3-0 al Castel Di Sangro. 1-0 in trasferta contro il Vittoria. La Palmese chiude in testa il girone d’andata. Eppure qualcosa comincia a scricchiolare.
Così, ecco dopo poco scoppia la ‘grana’ stipendi. «La gente deve comprendere anche noi calciatori – spiega in sala stampa il vice capitano Marra – Viviamo una condizione di incertezza permanente, non è facile scendere in campo e giocare in questo stato. Lo spogliatoio è unito, ma a lungo andare tutto potrebbe sgretolarsi sotto la pressione e la mancanza di garanzie precise».
In effetti il termine dell’ulteriore scadenza per il pagamento degli arretrati e degli stipendi dei calciatori è scaduto, e i giocatori arrivati qui da categorie superiori non hanno ancora visto un euro. «I ragazzi attendono risposte concrete dalla società», avverte mister Chiancone, descrivendo la tensione che regna nello spogliatoio.
È domenica 30 novembre quando la Palmese batte in casa nel derby la Nocerina per 2-0. Al momento della sostituzione il capitano De Cesare si avvicina alla panchina, lancia parole furiose ad un dirigente rossonero, si becca i fischi del pubblico di casa e, non contento, risponde a tono. Sembra imbestialito.
In sala stampa, dopo la fine del match, risponde ai cronisti. «Le offerte per giocare a certi livelli non mi mancano di sicuro. Sono venuto qui perché avevo intravisto un progetto vincente. E invece noi scendiamo in campo e diamo tutto nonostante ognuno di voi sappia che razza di situazione stiamo vivendo».










