Undici comparse per 9 scudetti: Juve, una squadra dimenticata

Non solo grandi campioni in questi ultimi anni di trionfi bianconeri: siamo andati a fare una formazione con chi ha contribuito in minima parte. Non mancano le sorprese, tra cui due campioni del mondo

 

E così sono nove campionati di fila: Juve padrona, Juve cannibale, dinastia Juve, tutto quello che vogliamo. Dal 2011 in avanti grandi campioni internazionali da copertina (Ronaldo, Dybala, Tevez, Pogba, Vidal e compagnia), un solido blocco italiano (Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini e Pirlo su tutti) e diversi altri protagonisti di livello più o meno alto si sono alternati in campo. E hanno sempre avuto ragione: 342 partite, nove campionati “and counting”, come si dice negli Stati Uniti, perché è difficile non pensare a una Juve favorita anche nella prossima stagione.

C’è chi tra i bianconeri ne ha giocate la stragrande maggioranza, di quelle 342 partite, e c’è chi, invece, è stato una mera comparsa. Così abbiamo deciso di creare un undici con altrettanti protagonisti insoliti, gente che ha vinto almeno uno di questi nove scudetti pur scendendo in campo pochissimo. Qualcuno di loro probabilmente ve l’eravate già dimenticato, comunque è venuto fuori un classico 4-4-2. Requisito basico per formare questo undici: non essere arrivati a dieci presenze dal 2011 in avanti.

 

Portiere – Rubinho

Di un’incollatura (o corto muso, come direbbe Massimiliano Allegri) su Carlo Pinsoglio, l’attuale terzo portiere bianconero. Brasiliano, fratello minore dell’ex interista Zé Elias, arrivato in Italia tramite il Genoa, grande ammiratore di Mike Tyson, gioca 10 minuti nell’ultima partita della stagione 2012-13, la sconfitta 3-2 a Genova con la Sampdoria entrando al posto di Storari in una staffetta tra riserve. L’anno dopo, stessa situazione: ultima giornata, 37 minuti contro il Cagliari, buoni per poter dire “Io c’ero”.

Squadra attuale: svincolato
Scudetti vinti: 2 (2012-13 e 2013-14)

 

Terzino destro – Marco Motta

Arrivato con la gestione Delneri, in cui doveva essere il terzino destro titolare in uno schema ideale per quelli come lui, non appena arrivato Conte è finito prima ai margini e poi ceduto, diventando un emigrante di lusso: il laterale di Merate, infatti, è finito a giocare in Spagna (Almeria), Inghilterra (Watford e Charlton), Cipro (Omonia Nicosia) e addirittura Indonesia (Persija Giacarta). “Non avessi fatto il calciatore sarei diventato avvocato”, ha ammesso, ricordando comunque quanto il suo miglior periodo fosse stato alla Roma, prima di andare alla Juventus. Per lui 23 minuti in due presenze nel campionato 2013-14, quello dei 102 punti in classifica.

Squadra attuale: Persija Giacarta
Scudetti vinti: 1 (2013-14)

 

Difensori centrali – Benedikt Howedes e Lucio

Mica male, no? Due campioni del mondo, con Germania e Brasile. Uno poi, il secondo, anche trionfatore in Champions con l’Inter nel 2010. Nelle rispettive avventure in bianconero, però, poco più che comparse. Howedes ad esempio gioca appena tre partite nella stagione 2016-17, segnando tuttavia un gol, anche bello esteticamente, di testa in tuffo contro la Sampdoria su assist di Douglas Costa. In compenso, martoriato dagli infortuni, quasi non lo si vede per il resto del campionato. Da segnalare una sua recente svolta ecologista.

Lucio, invece, alla Juve gioca ancora meno: una sola partita nella stagione 2012-13, nel 2-0 in casa contro il Chievo in cui è titolare. I voti, ampiamente sopra la sufficienza: 6.5 un po’ ovunque (“Riecco il gigante brasiliano”, si legge sulla Gazzetta dello Sport, “Il disastroso precampionato è un pallido ricordo”). Sì, perché durante l’estate non è che avesse convinto molto, anzi. Una scelta, tuttavia,  quella di trasferirsi a Torino, che il brasiliano considererà “un errore”, sparando a zero su Antonio Conte, che l’avrebbe addirittura ingannato. Il divorzio arriverà già nel dicembre 2012 con una rescissione del contratto.

Squadra attuale Lucio: ritirato
Squadra attuale Howedes: svincolato

Scudetti vinti Lucio: 1 (2012-13)
Scudetti vinti Howedes 1 (2016-17)

 

Terzino sinistro – Federico Mattiello

Una carriera letteralmente spezzata in due, dopo il tremendo infortunio subito quando, con la maglia del Chievo, viene travolto da Radja Nainggolan in una partita contro la Roma. Va detto che però il ragazzo non si è mai abbattuto, ritagliandosi anzi un onestissimo posto in Serie A prima con la Spal e adesso con il Cagliari. Lui però è cresciuto nella Juventus, con cui nella stagione 2014-15 gioca due partite per complessivi 26 minuti. Una è il 7-0 con cui i bianconeri annichiliscono il Parma, l’altra il 3-0 contro la Lazio all’Olimpico.

Squadra attuale: Cagliari
Scudetti vinti: 1 (2014-15)

 

Ala destra – Milos Krasic

Una delle varie vittime del passaggio dal 4-4-2 al 3-5-2 nel primo anno di Conte. Il serbo, come Motta arrivato con Delneri, con un look tale da essere definito “il nuovo Nedved”, da titolare indiscutibile si ritrova a scaldare panchina e tribune. Tuttavia un suo gol al Catania, sotto un diluvio non indifferente, porterà a un pareggio preziosissimo in chiave-scudetto. In totale nella stagione 2011-12 sette presenze appena (le ultime due per appena 25’ totali), poi la cessione al Fenerbahce e un lento declino. Di lui si ricorda soprattutto la simulazione contro il Bologna, abbastanza imbarazzante, che portò alla Juve un rigore (poi sbagliato da Iaquinta) e a lui una squalifica di due giornate, nella stagione precedente a quella dello scudetto.

Squadra attuale: ritirato
Scudetti vinti: 1 (2011-12)

 

Centrocampisti centrali Romulo e Rolando Mandragora

Due situazioni agli antipodi. L’italo-brasiliano arriva in una strana operazione, almeno per gli standard juventini, in prestito dal Verona, nell’estate del 2014. Un anno dopo ha vinto lo scudetto pur massacrato dalla pubalgia, che lo costringe ad appena 4 presenze, e i bianconeri non lo riconfermano. “Comunque è stato l’anno più bello della mia vita”, avrebbe ammesso tempo dopo. “Ho avuto l’opportunità di giocare con giocatori incredibili come Buffon e Pirlo, ma non mi potevo allenare e non potevo giocare. Lo confesso: ho pianto tanto”.

Mandragora, invece, strega la Juve una sera di ottobre del 2014, quando, ancora minorenne, fa un figurone con la maglia del Genoa a Marassi. I rossoblù vincono 1-0 con gol di Antonini oltre il novantesimo, ma i titoli sono tutti per il giovanissimo di Scampia, che azzera nientemeno che Pogba. La “Gazzetta” gli dà un bel 7 in pagella. È il giorno del suo debutto in Serie A, un esordio davvero col botto. Due anni dopo la Juve lo acquista dal Genoa, e con i bianconeri, causa infortunio al piede, gioca solo una partita, proprio contro la sua ex-squadra, all’ultima giornata del campionato 2016-17.

Squadra attuale Romulo: svincolato
Squadra attuale Mandragora: Udinese

Scudetti vinti Romulo: 1 (2014-15)
Scudetti vinti Mandragora: 1 (2016-17)

 

Ala sinistra – Eljero Elia

Anche l’olandese, come Krasic, finisce “vittima” del passaggio dal 4-4-2 ultra-offensivo al 3-5-2 da parte di Antonio Conte. Preso per occupare il ruolo di esterno sinistro, assaggia il campo in pochissime occasioni (4) nella stagione 2011-12. Nove milioni, più uno di bonus, per strapparlo all’Amburgo: totale in maglia bianconera in campionato, 92 minuti. Buoni per festeggiare assieme ai compagni a scudetto conquistato. Finirà presto ceduto al Werder Brema, al suo posto in quel ruolo Conte gli preferirà sempre più spesso De Ceglie.

Squadra attuale: Istanbul Basaksehir
Scudetti vinti: 1 (2011-12)

 

Attaccanti – Nicklas Bendtner e Nicolas Anelka

C’è stato un periodo in cui la Juve doveva ancora arrangiarsi senza Ronaldo e Dybala in attacco, e in panchina non lasciava Higuain (oltre 300 gol in carriera), ma più modestamente un danese diventato celebre più per le sue gesta extra-sportive, tipo mostrare in mondovisione delle mutande con lo sponsor di un sito di scommesse, beccandosi una mega-multa. Bendtner, giunto in prestito dall’Arsenal, era una delle alternative a disposizione di Antonio Conte nel suo secondo anno in bianconero dietro Quagliarella, Matri, Vucinic e Giovinco: non è che avesse giocato molto, in realtà, 9 presenze appena, senza mai segnare. Non lasciò nemmeno perle tipo quelle del periodo a Londra, quando per scherzo si era nascosto nei bagni delle donne, come ammesso nella sua biografia, oppure quando aveva sfasciato la sua Aston Martin.

Curiosamente in quella stagione a gennaio come “rinforzo”, come sostituto di Bendtner alle prese con troppi infortuni, sarebbe arrivato alla Juventus un altro attaccante molto particolare: Nicolas Anelka. Il francese, un caso quasi di scuola di indolenza applicata a un talento formidabile, arriva a parametro zero dopo una fallimentare esperienza allo Shanghai Shenua in cui era diventato pure allenatore-giocatore. In bianconero giocherà due partite appena in campionato e una in Champions. Dopo la Juventus andrà al West Bromwich Albion dove troverà il tempo di cacciarsi nei guai per un’esultanza ritenuta anti-semita, la “Quenelle”, tanto che il club deciderà di licenziarlo. In fondo aveva detto tutto l’allora direttore generale della Juventus, Beppe Marotta, il giorno della presentazione: “Sappiamo che la condizione fisica di Anelka non è eccellente e in questo momento non ha i galloni da titolare. Lui si mette a disposizione e poi sarà Conte a fare le valutazioni”. Ecco, Conte le aveva fatte: 51 minuti totali in campionato più una comparsata in Champions.

Squadra attuale Bendtner: svincolato
Squadra attuale Anelka: ritirato

Scudetti vinti Bendtner: 1 (2012-13)
Scudetti vinti Anelka: 1 (2012-13)

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