Borussia Dortmund-Bayern Monaco ha messo uno di fronte all’altro due giocatori molto diversi: se Lewandowski è uno dei centravanti più forti degli ultimi anni, Haaland rappresenta il miglior prospetto di punta centrale per il futuro prossimo. Come è andata a finire?
Borussia Dortmund-Bayern Monaco è stata una partita di cui godere per tanti motivi. Il primo di sicuro per la penuria di eventi sportivi live che ci fa amare alla follia qualsiasi secondo di calcio giocato (da tre giorni un mio amico mi scombussola dicendo che non dovrà mai più perdersi una partita del Friburgo). Appena dopo però veniva un tema molto interessante, ovvero la sfida fra quello che può essere considerato il meglio al mondo in termini di centravanti (calma, i centravanti oggi sono molto diversi, forse addirittura non esistono, ma Robert Lewandowski è e deve essere fra i primi ad essere pescati dal sacco), il 9 del Bayern Monaco, e quello che sembra essere per distacco il miglior prospetto di attaccante centrale dei prossimi 10 anni, Erling Haaland.
La sfida è stata vinta dal Bayern Monaco, decisa da un’idea creativa di Kimmich, ma la partita fra i due 9 (in spirito, se non in numero), com’è andata?
Si possono esaminare le caratteristiche di ognuno e le relative differenze sotto tanti punti di vista. Partiamo dalla tattica. Entrambi occupano lo spazio centrale dell’attacco delle rispettive squadre, ma in maniera diversa.
Lewandowski ama avere vicino Thomas Müller e con lui proporre tutta una serie di giochi e scambi sempre molto pericolosi. A volte si è visto che i due duettano per cercare di penetrare centralmente nella difesa avversaria grazie a scambi rapidi. Un’altra soluzione viene attuata quando Lewandowski all’improvviso lascia lo spazio centrale vuoto, si abbassa tantissimo e i centrocampisti o le ali del Bayern riescono a pescare Müller che prende quello spazio in velocità (un’azione del genere si è avuta al 23’). Terza soluzione invece è partire ravvicinati sui 50 metri di campo, poi Müller va in fascia, viene servito sulla corsa e crossa al centro per Lewandowski. Oltre alla fase offensiva, Müller aiuta tantissimo il centravanti polacco anche nella fase di prima aggressione, soprattutto sul metodista avversario (contro il Borussia Dortmund, Dahoud) così da non farlo sfiancare in un lavoro molto duro.
Erling Haaland invece viene lasciato da Lucien Favre molto più isolato, nonostante avesse la possibilità di replicare i giochi Lewandowski-Müller grazie all’utilizzo di Brandt nel primo tempo, o di Sancho nel secondo.
L’attaccante norvegese ha bisogno di avere più campo per sprigionare la sua elastica potenza e cerca poche volte lo scambio stretto. Vuole subito sfruttare al massimo tutti i suoi cavalli, senza che eventuali compagni ingolfino lo spazio, riempiendolo di avversari. Brandt infatti si abbassa molto, fa regia e non attende la palla nel mezzo spazio, mentre quella che sembra strana è la posizione non troppo esterna di Guerreiro e Hazard. Per uno come Haaland sarebbe meglio avere due esterni larghissimi, che distendano il massimo possibile le difese avversarie.
Secondo elemento è il fisico. Haaland fa davvero spavento. Mai visto uno con quel corpo avere quell’elasticità, quella capacità di corsa fotonica da Minotauro. Quando in partita è successo che sono andati a contatto nella stessa zona di campo Haaland, Alaba e Davies, l’energia sprigionata dai tre era quasi insopportabile. In un’azione al 32’ il norvegese scappa ad Alaba e deve essere chiuso dal canadese, con la sua corsa da quattrocentometrista altrettanto irresistibile.
Lewandowski ha anche lui una stazza notevole, capace di reggere la pressione fisica di Hummels, ma ha le doti fisiche specifiche del centravanti classico, come ogni 9 che si rispetti almeno negli ultimi 20 anni. Ha una sveltezza diversa, come se il corpo avesse già nella sua memoria cinetica il gesto successivo, capace così di anticipare l’avversario di turno. Si comprende subito come questo bagaglio mnemo-cinestetico non sia il regalo di una notte, il calcio te lo concede un po’ alla volta, migliorando tecnicamente e tenendo sempre al meglio il tuo corpo. Lewa è più fulmineo, con un corpo già acceso quando mette il primo piede in campo. Haaland è più mastodontico e ha bisogno di una fase di rodaggio iniziale per mandare al massimo la macchina.
Infine una valutazione in relazione a questa partita. Nessuno dei due ha giocato un grande match. Lewandowski ha la contezza totale del suo ruolo nella squadra, ogni suo movimento è l’innesco di una proposta di gioco. I compagni lo ringraziano per questo aiutandolo come dei forsennati nel pressing e nella fase di riconquista. Tutti i calciatori del Bayern, eccetto i due centrali difensivi, sono al servizio di Lewa nella cosiddetta fase di transizione negativa.
Haaland invece ha dimostrato di essere ancora acerbo, anche se potenzialmente distruttivo. Un po’ perché non ha la migliore condizione atletica ed è anche normale dopo la fase di stop del campionato. Dall’altro lato però si percepisce come sia ancora in parte avulso dal gioco della squadra e non riesce a collegarsi al gioco proposto dai suoi compagni. Questo gli fa sprecare inoltre un sacco di energie anche nella fase di non possesso, sfiancandosi in un lavoro di pressing, come sui tre centrali del Bayern che ha portato a poco.
La sfida tra l’oggi e il domani in Borussia Dortmund-Bayern Monaco è stata appannaggio di Lewandowski. Ma il futuro però, con un Sancho in forma e il ritorno di Reus, non è ancora scritto.