Battendo Honduras 1-0, Curaçao non soltanto ha segnato il suo primo gol nella Gold Cup, ma ha anche prodotto la prima storica vittoria della squadra dell’isola caraibica nella massima competizione CONCACAF per nazionali. Addirittura, la compagine guidata dall’olandese Remko Bicentini ha superato il girone ed è riuscita ad approdare per la prima volta ai quarti di finale. Determinante è stato il gol del pareggio segnato da Gaari nei minuti di recupero della sfida contro la Giamaica, che ha inchiodato il risultato finale sull’1-1 e ha regalato all’isola caraibica la sfida contro gli Stati Uniti in calendario lunedì.
Indipendentemente dall’esito finale, Curaçao ha comunque dimostrato notevoli miglioramenti rispetto alla prima apparizione assoluta nel torneo nordamericano, avvenuta nel 2017 e chiusa con tre sconfitte subite con l’identico punteggio (2-0) da parte proprio di Giamaica, El Salvador e Messico.
Un progresso non da poco per una delle nazionali meno conosciute del globo. Situata a pochi chilometri a nord del Venezuela, nel mar dei Caraibi, Curaçao è un territorio olandese che conta una popolazione di circa 160.000 persone. Dal punto di vista sportivo, l’isola è conosciuta maggiormente per il baseball: non sono pochi infatti i giocatori che, partiti da Curaçao, sono poi finiti nella MLB, il massimo torneo professionistico al mondo. Fra questi troviamo Kenley Jansen (Dodgers), Jurickson Profar (Athletics) e Jonathan Schoop (Twins).
Tuttavia, dal punto di vista calcistico l’isola può vantare una lunga tradizione. Nel 1946 Curaçao venne unita ad altre isole olandesi dei Caraibi per formare la nazionale delle Antille Olandesi. La selezione ottenne un discreto successo a livello regionale, arrivando terza nelle edizioni 1963 e1969 del CONCACAF Championship, il torneo che metteva di fronte le squadre del nord e centro America prima della nascita della Gold Cup nel 1991, e partecipando alle olimpiadi di Helsinki del 1952.
Nell’ottobre del 2010 la nazionale antillana venne sciolta e le isole che la costituivano divennero entità separate. Così, Curaçao esordì come nazionale nell’agosto 2011 affrontando la rappresentativa della Repubblica dominicana, perdendo 0-1. Il legame calcistico con l’Olanda non si interruppe col cambio di denominazione e la formazione della nuova nazionale, tanto è vero che Curaçao è balzata agli onori delle cronache nel 2015 quando la locale federazione decise di affidare la guida della squadra a Patrick Kluivert.
L’esperienza dell’ex attaccante di Ajax, Milan e Barcellona alla guida della squadra dei Caraibi è durata poco (Kluivert è infatti rimasto in carica dal marzo 2015 al giugno 2016) ma ha comunque prodotto buoni risultati (sei vittorie, tre pareggi e altrettante sconfitte). Soprattutto, il tecnico olandese ha cercato di lasciare un’impronta a livello tecnico basando il gioco della squadra sul tipico possesso palla made in Ajax.
In sostituzione di Kluivert, la federazione decise di promuovere il suo assistente Remko Bicentini, ex giocatore professionista di una sola stagione (col NEC nel 1986/87) e che già aveva allenato le Antille nelle ultime due annate della loro esistenza. Sotto la nuova guida tecnica, la nazionale di Curaçao è riuscita a vincere la Caribbean Cup 2017 battendo la Giamaica ed a qualificarsi per la Gold Cup.
Quali siano le prospettive per un paese così piccolo è difficile a dirsi. Di certo, con una popolazione così esigua non è facile mettere insieme una rappresentativa competitiva. Tuttavia, così come già avvenuto sotto la gestione Kluivert, anche il 51enne Bicentini può contare su una serie di giocatori olandesi che hanno radici e legami con l’isola. Alcuni fanno già parte della nazionale di Curaçao, come ad esempio Leandro Bacuna.
Ex nazionale dei Paesi Bassi a livello di U-19 e U-21 ex ed giocatore dell’Aston Villa, attualmente in forza al Cardiff City, Bacuna è l’autore dello storico gol che ha permesso a Curaçao di superare Honduras.
Potendo contare anche su un bacino olandese, la squadra di Bicentini potrebbe puntare a crescere ulteriormente nelle prossime edizioni della Gold Cup e, chissà, magari anche ad un posto ai mondiali 2026 che si disputeranno fra Canada, Stati Uniti e Messico e che saranno probabilmente i primi a 40 squadre.



